Questo è l'articolo che ho scritto per il giornalino Annone 21 in distribuzione in questi giorni nelle case degli annonesi.......
I MISERABILI (quelli che coltivano cave)
E' notte fonda quando i miei sogni “trail” si interrompono. Una serie di potenti boati mi svegliano di soprassalto…
Intuisco che "lo strappo" arriva dal Cornizzolo, il monte sopra casa, il luogo dei miei allenamenti.
Lì ho cominciato a sognare di poter correre in montagna e di viaggiare con la fantasia inventando progetti importanti.
Ci torno spesso quando ho bisogno di pensare...quando cerco di ritrovare me stesso.
Corro subito ai suoi "piedi malati": da Eupilio a Civate è quasi un'unica cava!
Penso alla possibilità di percorrere i sentieri che ora non esistono più, mangiati dall'ingordigia di "coltivatori di cemento" senza troppi scrupoli ma con tanti interessi di portafoglio.
Mentre muovo i primi passi in questa fresca alba primaverile mi innervosisco, quando penso a questo splendido versante di prati e boschi deturpato per sempre e per il profitto di pochi.
Che senso ha tutto questo? Indietro non si può più tornare ed il danno non è solo quello visivo!
Come si può non considerare il valore educativo dell'escursionismo? L'importanza sociale, specie per i giovani, di stare insieme con la curiosità di condividere un ambiente naturale presente ed immutato da millenni?
Mi affascina pensare che sui monti io possa camminare laddove il mio bisnonno passava 100 anni fa. Con 2 gambe,2 piedi ... proprio come me.
Ma no! Lui camminava sopra Cesana Brianza. Io non posso camminare lì, oggi... quei boati
hanno creato una cava di proporzioni gigantesche ed io ci posso passare solo intorno… maledetti!
Un suono di campane mi fa sorridere nel sonno, poi… altri botti... stavo sognando!
Mi alzo di scatto, apro le persiane e, guardando verso Civate, proprio su quel bel crinale, sopra S. Pietro al Monte, una serie di fuochi d'artificio scrive nel cielo: NO CAVA.
Era questo il boato... Che la festa abbia inizio, il Cornizzolo è salvo per sempre!
Ho ancora il fiatone quando prendo per mano Edith ed Anna, che fremono per salire a giocare su in alto, su quel prato dal quale si gode di una vista splendida sul lago di Annone: non oso nemmeno immaginare che anche nel paese dove abito, tra lago e montagne, vogliano “coltivare” cave di sabbia.
Da lì in alto, sul Cornizzolo, le cave neppure si vedono.
Intuisco che "lo strappo" arriva dal Cornizzolo, il monte sopra casa, il luogo dei miei allenamenti.
Lì ho cominciato a sognare di poter correre in montagna e di viaggiare con la fantasia inventando progetti importanti.
Ci torno spesso quando ho bisogno di pensare...quando cerco di ritrovare me stesso.
Corro subito ai suoi "piedi malati": da Eupilio a Civate è quasi un'unica cava!
Penso alla possibilità di percorrere i sentieri che ora non esistono più, mangiati dall'ingordigia di "coltivatori di cemento" senza troppi scrupoli ma con tanti interessi di portafoglio.
Mentre muovo i primi passi in questa fresca alba primaverile mi innervosisco, quando penso a questo splendido versante di prati e boschi deturpato per sempre e per il profitto di pochi.
Che senso ha tutto questo? Indietro non si può più tornare ed il danno non è solo quello visivo!
Come si può non considerare il valore educativo dell'escursionismo? L'importanza sociale, specie per i giovani, di stare insieme con la curiosità di condividere un ambiente naturale presente ed immutato da millenni?
Mi affascina pensare che sui monti io possa camminare laddove il mio bisnonno passava 100 anni fa. Con 2 gambe,
Ma no! Lui camminava sopra Cesana Brianza. Io non posso camminare lì, oggi... quei boati
hanno creato una cava di proporzioni gigantesche ed io ci posso passare solo intorno… maledetti!
Un suono di campane mi fa sorridere nel sonno, poi… altri botti... stavo sognando!
Mi alzo di scatto, apro le persiane e, guardando verso Civate, proprio su quel bel crinale, sopra S. Pietro al Monte, una serie di fuochi d'artificio scrive nel cielo: NO CAVA.
Era questo il boato... Che la festa abbia inizio, il Cornizzolo è salvo per sempre!
Ho ancora il fiatone quando prendo per mano Edith ed Anna, che fremono per salire a giocare su in alto, su quel prato dal quale si gode di una vista splendida sul lago di Annone: non oso nemmeno immaginare che anche nel paese dove abito, tra lago e montagne, vogliano “coltivare” cave di sabbia.
Da lì in alto, sul Cornizzolo, le cave neppure si vedono.
Ci sediamo e stiamo in silenzio. Cielo, terra ed acqua intorno a noi.
Passato, presente e futuro.
Giacomo "Giak" Cominotti
Passato, presente e futuro.
Giacomo "Giak" Cominotti
1 commento:
miserabili!
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