Albert Einstein nel 1955 diceva:
“Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa.
La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura.
E’ dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza.
La convenienza delle persone e dei Paesi è di trovare soluzioni e vie d’uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non ci sono meriti.
E’ dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza.
Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il conformismo.
Invece di ciò dobbiamo lavorare duro.
Terminiamo definitivamente con l’unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla”.
La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura.
E’ dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza.
La convenienza delle persone e dei Paesi è di trovare soluzioni e vie d’uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non ci sono meriti.
E’ dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza.
Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il conformismo.
Invece di ciò dobbiamo lavorare duro.
Terminiamo definitivamente con l’unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla”.
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