"La natura è come una tavolozza bianca sulla quale puoi dipingere ciò che vuoi. Credo molto nel territorio in cui vivo che offre tantissime opportunità incredibili basta soltanto provarci mettendo in moto la creatività e facendoti spingere da un'idea che ti guida. Cambiano i sistemi ma l'uomo e la natura sono sempre gli stessi. La corsa nella natura è ciò che ha sempre permesso all'uomo di viaggiare, conoscere e soprattutto sognare. Se lo faccio io c'è tantissima altra gente che può farlo. L'importante è puntare a qualcosa e darsi un obiettivo al proprio livello, sarà comunque un'impresa e se condivisa con gli altri può essere uno stimolo per guardare oltre".

lunedì 27 luglio 2009

Giir di Mont, la mia cronaca.


PREMESSA

La decisione di partecipare a questa gara l’ho maturata dopo aver fatto una ricognizione ai primi di luglio. Per la verità il fascino di queste valli l’avevo già assaporato nel mio progetto UltraDOL quando ho percorso la parte alta della Valvarrone in discesa.

E’ la quarta gara che faccio da quando ho intrapreso la mia avventura podistica e anche questa volta ho scelto uno stile diverso. Infatti a marzo ho fatto la mia prima maratona a Piacenza, a maggio il mio primo ultratrail di 125 km (The Abbot’s way) e la prima ultra maratona: la 100 km del Passatore. Essere presente a Premana per me è un motivo di grosso stimolo perché corro in un ambiente naturale che amo e che penso mi possa sempre insegnare molto. Non posso dire di aver preparato la gara ma comunque con i D+ ho iniziato a familiarizzare……

LA GIORNATA

Mi sveglio presto, Fluido passa a prendermi ad Annone alle 5.45. Faccio colazione con calma senza stress ne emozione. Arrivati a Premana, dopo la consegna dei bastoncini (ci verranno consegnati al Pont dal Dent) incontro tutti gli amici (vecchi e nuovi) di Podismo Brianza. Qualche battuta ed eccoci schierati alla partenza. Il mio GPS “intercetta” i cardio degli altri concorrenti: c’è tensione!! Io, stranamente, mi sento a mio agio anche per il fatto che ho incontrato tanti amici del posto che si domandano che cosa ci faccio in gara…..-e l’arrampicata?-..io rispondo che la pagina è stata “girata”.

Via! Si parte in fila indiana. Il primo km lo percorriamo quasi camminando e appena scorgo sull’altro fronte della valle i primi che salgono come delle “lippe” penso che dovrò fare la prima salita abbastanza in progressione per recuperare il tempo perso. Non ho l’incubo del secondo cancello (4h e 30m) ma decido che è meglio andar via di buon ritmo.

Con scatti leggeri inizio a recuperare posizioni fino a che riconosco l’incedere del mitico Pibe Ricky Ghislanzoni dei Falchi di Lecco. Subito mi chiedo se sto spingendo troppo: ma no, il fiato non lo sento neppure…..mi sembra irriverente superarlo ma dopo poco devo farlo anche perché immagino che lui andrà in crescendo, io invece non credo altrettanto.

A Chiarino mi sento veramente bene e mi proietto agile verso la discesa verso il primo cancello.

Anche se vado un po’ coi freni tirati non mi risparmio una bella distorsione alla caviglia sx….Ora affronto la parte che più mi preoccupa, la parte del fondovalle che presenta dei tratti anche pianeggianti: alterno camminata veloce alla corsa perchè mi accorgo che il mio walking è veloce quanto la corsa dei miei avversari.

Al ponte finalmente infilo i lacci dei miei bastoni, adesso mi sento molto sicuro. Posso scaricare la forza anche sulle braccia e mi accorgo che colmo le distanze con chi mi precede. E’ proprio uno spettacolo ‘sta salita! In cima ci sono un sacco di tifosi e musica da discoteca che mi aiuta nella mia ritmica spinta. Arrivo al ristoro dove incontro amici stupiti della mia presenza, mi rifornisco e giù a capofitto per una discesa da urlo. Non so chi farà l’urlo…..forse i miei quadricipiti? Per non far torto a nessuno un’altra distorsione alla caviglia arriva decisa. Da Charino a Rasga sempre vedo sempre Fluido davanti a me…sarà a un minuto -non di più- ma non riesco a raggiungerlo perché in discesa lui va forte e io devo anche far fronte a una novità:i crampi sull’ultima salita. Ai quadricipiti non mi era mai capitato! Riesco a decontrarre quanto basta per “andar su del mio passo” e perder il meno possibile. Mi volto e vedo la sagoma del Pibe in grossa rimonta, sapevo che prima di Deleguaggio mi avrebbe ripreso. Io non sono in crisi ma non vedo l’ora di finire questa ascesa. Inizia la discesa: vado giù veloce ma con una certa attenzione. Do un occhiata al cronometro e vedo che arriverò poco dopo le 5 ore: pensavo di metterci una bella mezz’oretta in più. I duecento metri si asfalto finali sono eterni e fa molto caldo. Nel finale tanta gente, bambini che ti chiedono di battere il cinque. Cerco di sorridere, faccio un applauso a tutti (veramente di cuore) e un saluto. Taglio il traguardo e penso alle mie due Anna, una figlia e una sorella (oggi è S.Anna).

A quest’ultima anche un buon compleanno, alla bocchetta di Larec l’ho sentita vicina….

CONCLUSIONI

Gara fantastica. Gente sportiva, affettuosa e orgogliosa del proprio territorio. Organizzazione di alto livello, perfetta. Un percorso che mi piace soprattutto per i bei tratti di salita. Sono soddisfatto…ma già penso all’edizione 2010!!

1 commento:

Stefano Butetra ha detto...

Ciao Giacomo, mi chiamo Stefano Buttera, penso che la prf Colombo ti abbia parlato di me. Io la zona la conoscevo bene, ci sono nato. Ho fatto la mezza con sensazioni simili alle tue, e penso molta meno sofferenza. La gara è splendida. Anche per me era la prima volta e già penso al 2010, perchè il calore del pubblico e lo spettacolo del posto unito alla soddisfazione per l'arrivo mi hanno veramente toccato. Il mio problema è che ho poco tempo per allenarmi su una gara lunga.